Cosa intendiamo con Brexit? Cos’è e perché è successo?

Cosa intendiamo con Brexit? Cos’è e perché è successo?

La Brexit è diventata realtà allo scoccare della mezzanotte del 31 gennaio del 2020, ma il periodo di transizione previsto è terminato il 1° gennaio del 2021. Per molti imprenditori, come per molti cittadini regolari, ciò comporta un grande cambiamento nelle loro attività quotidiane.Tralasciando le circostanze che hanno portato all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, l’evento in sé ha suscitato stupore. Cosa significa Brexit? Come si è arrivati a questo? Scopriamo le risposte a queste e molte altre domande.

Che cos’è Brexit?

Il termine “Brexit” è apparso nel 2012 ed è il risultato della combinazione di due parole: “British”, che vuole dire britannico, ed “Exit”, ovvero uscita. È stato usato per la prima volta da Peter Wilding, allora responsabile della realizzazione di una campagna volta a incoraggiare gli inglesi a rimanere nell’Unione Europea; infatti è interessante che lo stesso Wilding abbia usato il termine molto prima che ne parlasse ufficialmente il primo ministro britannico David Cameron.

Perché si è arrivati alla Brexit?

Fin dall’inizio i movimenti euroscettici raccolsero numerosi consensi, infatti il primo referendum sulla permanenza del Regno Unito nelle Comunità europee risale al 5 giugno del 1975, a soli due anni dall’annessione del paese, e si concluse con una percentuale schiacciante, in cui fu chiaro che i britannici erano favorevoli alla permanenza. 

Il secondo referendum ha avuto luogo molto più tardi: il 23 giugno del 2016. L’annuncio di questo referendum da parte del primo ministro britannico in carica, David Cameron, risale a qualche anno prima, precisamente al 23 gennaio del 2013. Durante il suo discorso fece un appello ai cittadini britannici di rimanere nelle Comunità Europee, incoraggiandoli e sollecitando anche una riforma dell’UE. 

Risultati del referendum del 2016

Gli incoraggiamenti non si rivelarono sufficienti e il risultato questa volta fu diverso. Alla Brexit del 23 giugno 2016 partecipò oltre il 70% dei cittadini britannici con un risultato del 51,89% contro il il 48,11% di voti. Nonostante il referendum non fosse teoricamente vincolante per il governo britannico, questo risultato rappresenta un passo importante per far sì che la Brexit avvenga effettivamente. 

I primi passi verso la Brexit sono stati fatti solo dopo la decisione della Corte Suprema del Regno Unito, emessa il 24 gennaio del 2017. La Corte dichiarò che il processo di ritiro della Gran Bretagna dalle strutture dell’Unione Europea poteva iniziare con il consenso del Parlamento britannico. La parte più importante del documento contiene la decisione del governo nel non chiedere l’approvazione del Parlamento scozzese, dell’Assemblea nazionale del Galles e dell’Assemblea dell’Irlanda del Nord.

Cosa è successo dopo? Le date chiave.

Questo è il corso cronologico degli eventi che hanno portato alla Brexit. Cominciamo dall’inizio:

5 giugno 1975 – il primo referendum

23 gennaio 2013 – David Cameron annuncia il secondo referendum

23 giugno 2016 – si svolge il referendum sulla Brexit

2 febbraio 2017 – viene pubblicato il cosiddetto “Brexit White Paper”, il primo documento britannico che definisce il rapporto della Gran Bretagna con l’UE dopo la Brexit

24 gennaio 2017 – La Corte Suprema si pronuncia sulla possibilità di avviare la procedura della Brexit

7 febbraio 2017 – Il Parlamento scozzese appoggia ufficialmente i deputati britannici contrari alla Brexit

30 marzo 2019 – la prima data di entrata in vigore della Brexit

12 aprile 2019 – la seconda entrata in vigore della Brexit

28 ottobre 2019 – L’Unione europea accetta di estendere la scadenza della Brexit al 31 gennaio 2020

19 dicembre 2019 – la Commissione europea adotta un piano di emergenza per far fronte alla minaccia che il Regno Unito lasci l’Unione europea senza un accordo

23 gennaio 2020 – completamento dei lavori legislativi sull’accordo riguardante il ritiro della Gran Bretagna dall’Unione europea

29 gennaio 2020 – il Parlamento europeo approva l’accordo sulla Brexit

4 dicembre 2020 – UE e Regno Unito firmano un insieme di accordi che regolano le relazioni future

31 dicembre 2020 – ultimo giorno del periodo di transizione

1 gennaio 2021 – il giorno in cui la Brexit diventa effettiva

Cosa succede dopo?

Solo dopo un periodo turbolento, caratterizzato da numerose negoziazioni sugli accordi che regolano le relazioni dell’UE con la Gran Bretagna, la Brexit è diventata una realtà. I dettagli della cooperazione tra l’UE e il Regno Unito sono contenuti in un piano di accordi normativi, che consiste:

  • in un accordo commerciale e di cooperazione;      
  • in un accordo di cooperazione nel campo dell’uso sicuro e pacifico dell’energia nucleare      
  • in un accordo sulle procedure di sicurezza per lo scambio e la protezione delle informazioni riservate.      

Il primo di questi accordi ha il maggiore impatto sulla vita quotidiana dei cittadini dell’UE e del Regno Unito, soprattutto perché contiene tutte le questioni che partono dalla regolamentazione di alcune professioni fino all’attraversamento delle frontiere o agli aspetti relativi a vari settori dell’economia.

Cosa comporta la Brexit per i residenti dell’UE?

Bisogna considerare innanzitutto gli effetti della Brexit per i cittadini europei, partendo dal fatto che cambieranno le condizioni per il riconoscimento reciproco delle qualifiche.  Finora, per esempio, i diplomi di istruzione superiore ottenuti nel paese d’origine potevano essere riconosciuti dagli enti britannici. Dopo la Brexit, questo è possibile solo con il riconoscimento di un certificato di diploma. Affinché la procedura di riconoscimento vada a buon fine, a volte la commissione potrebbe richiedere di fornire una traduzione supplementare dei documenti.

Cambia anche il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali ed è prevista la possibilità che i documenti rilasciati dalla autorità nazionale non siano riconosciuti nel Regno Unito. Il cambiamento è importante perché per lavorare in determinate professioni, il cui elenco è consultabile sul sito web della Commissione Europea, è necessario avere una qualifica professionale. Dal momento che gli accordi normativi non trattano questo passaggio, bisogna contattare direttamente l’autorità britannica incaricata, in base alla professione scelta, per saperne di più a questo proposito.

Acquisti presso un’azienda britannica e questioni relative all’IVA

Per chi vive fuori dal Regno Unito ci sono dei cambiamenti nel momento in cui si effettua un acquisto da un’azienda britannica. In questo caso, però, si tratta di un vantaggio soprattutto se si parla dell’acquisto di servizi. Perché? La Gran Bretagna è considerata come un paese terzo, anche in relazione alle questioni fiscali, compresa l’IVA.

Quando si acquista un servizio da una società britannica, si paga l’IVA in Gran Bretagna. L’esportazione di servizi per privati verso paesi terzi nel Regno Unito non è soggetta all’IVA. Cosa significa questo? Se ordinate, per esempio, servizi di traduzione da una società con sede in Gran Bretagna, non pagherete l’IVA al 20%. Naturalmente questo si applica solo se acquistate tali servizi come privati. Potremmo dire che avete uno sconto fisso del 20%. Oltre a questo, vi ricordiamo che lingy.uk ha sede in Gran Bretagna…

Si può visitare il Regno Unito?

Generalmente, quando si viaggia dall’UE al Regno Unito e dal Regno Unito all’UE, si è soggetti allo sdoganamento standard. Di conseguenza, la carta d’identità da sola non è sufficiente ma sarà obbligatorio avere anche di un passaporto valido.

Esportare nel Regno Unito dopo la Brexit

Anche gli imprenditori che esportano nel Regno Unito subiranno dei cambiamenti. Questo principalmente perché dal 1° gennaio 2021 tutte le merci devono passare lo sdoganamento standard per essere immesse in commercio sul mercato britannico. Tuttavia, come dichiarato dal governo britannico, ci saranno due approcci alle merci importate. L’approccio applicabile risulterà principalmente dalla classificazione del prodotto.

Si seguiranno le regole attuali per l’esportazione nel Regno Unito di questi prodotti:

  • Prodotti chimici;      
  • Medicinali;      
  • Veicoli;     
  • Aviazione.      

Regolamenti legali speciali saranno applicati ai seguenti gruppi di beni:

  • Dispositivi medici;
  • Componenti di interoperabilità ferroviaria,      
  • Prodotti da costruzione,      
  • Esplosivi civili,      
  • Prodotti che richiedono eco-design e etichette energetiche.      

Per questo motivo, prima di decidere di esportare prodotti nel Regno Unito, assicuratevi che siano classificati, perché in alcuni casi sarà necessario soddisfare nuovi requisiti comportando un cambiamento per tutti i processi organizzativi dell’azienda.

Quindi cosa significa Brexit per te?

L’intero processo di uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea è stato piuttosto turbolento. Dopo vari cambiamenti riguardo la data effettiva della Brexit, finalmente è si è arrivati a conclusione. Formalmente, il Regno Unito non è membro dell’UE dal 1° febbraio 2020, ma il periodo di transizione è scaduto il 1° gennaio 2021. La relazione tra l’UE e il Regno Unito è stata da allora definita in un piano di accordi normativi. Una serie di attività quotidiane è cambiata, tra queste l’importazione di servizi, il riconoscimento dei diplomi, il riconoscimento delle qualifiche professionali o l’esportazione di merci nel Regno Unito. Cos’altro significa Brexit? Un acquisto piu economico di servizi da aziende con sede in Gran Bretagna, inclusi ovviamente i servizi di traduzione.

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