Account Instagram multilingua. Come fare?

Account Instagram multilingua. Come fare?

Come Twitter e Facebook qualche anno fa, ora è Instagram il social del momento. Tutti hanno un account, ma pochi sanno come utilizzarlo nel modo migliore. E se avete ambizioni da influencer oppure vi occupate della comunicazione di un brand, dovreste sapere che gestire un profilo commerciale non è come gestire quello personale. Bisogna avere un buon occhio grafico, conoscere il proprio target e tenersi costantemente aggiornati sulle tendenze, ma c’è un aspetto da non sottovalutare: il copywriting, cioè tutti i testi del vostro profilo, dalle descrizioni dei post alle scritte nelle storie fino alla biografia. E parlare di testi significa parlare di quale lingua utilizzare per diffondere meglio un marchio. O forse ne serve più di una?

Hai bisogno di un account multilingua?

Studiare strategie comunicative social che “parlino” più lingue può essere la mossa giusta per la visibilità di un brand oppure un enorme spreco di soldi. La chiave sta nell’analizzare il vostro pubblico, attuale e potenziale. Nel caso un’azienda avesse già un account Instagram, potete andare nella sezione “Dati statistici” e scoprire da dove provengono i vostri follower, ma anche gli orari e i giorni migliori per pubblicare. Se pubblicate post in italiano, ma avete un seguito anche di solo il 5 o 10% che viene dall’estero forse è il caso di provare a rendere il vostro account multilingua.

Instagram, abbiamo un problema

Ma da qui in poi Instagram non ci aiuta, anzi, ci mette i bastoni fra le ruote. A differenza di Facebook, Instagram non permette di pubblicare post con traduzione in più lingue, così che venga visualizzata la giusta versione a seconda della lingua dell’utente. Di conseguenza dovete arrangiarvi scegliendo fra due opzioni:

  • Un solo account aziendale, ma copywriting in più lingue
  • Più account aziendali per ogni paese

La prima opzione è quella più semplice da attuare ed è quella scelta da brand o influencer medio/piccoli, ma nasconde alcune insidie e soprattutto diverse limitazioni. Il pubblico italiano è molto diverso da quello inglese, francese o spagnolo: non solo su gusti grafici e tendenze, ma anche per gli hashtag utilizzati. Meglio scegliere sempre massimo due lingue e trovare un compromesso nella scelta degli hashtag. Poi bisogna stare attenti alla traduzione. Se scegliamo l’inglese come seconda lingua occhio a utilizzare Google Translate e simili. Un grosso errore grammaticale può compromettere la reputazione di un brand, quindi meglio non correre rischi e affidarsi a servizi di traduzione professionali come [inserire nome sito].

La seconda opzione è spesso utilizzata da grandi brand come Netflix o McDonald’s: un’account per ogni paese in cui comunicare con linguaggi comunicativi diversi, così da poter attuare campagne pubblicitarie particolari. Ma non bisogna per forza avere un fatturato da milioni di dollari. Si può anche decidere di aprire due account, uno italiano e uno inglese per esempio, e pubblicare post simili, ma utilizzando hashtag e codici comunicativi specifici per il pubblico di riferimento. I vantaggi sono evidenti, ma sono sempre due account da gestire e quindi doppia fatica e doppio investimento, ma anche doppio guadagno. E anche qui, ovviamente, occhio alla traduzione.

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